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Chissà che dentatura ha la storia? A giudicare dai suoi morsi e, più spesso, dai suoi rimorsi, che mai inducono chi la vive, e la fa, a qualche ravvedimento, deve essere forte e assai acuminata. È quanto si desume da questo florilegio di interventi di argomento storico, che spaziano dalla Rivoluzione d'Ottobre all'insediamento di Biden alla Casa Bianca, dal titolo, appunto, "Il morso della storia". Un libro che mostra il teso, partecipato, mai banale approccio di Giovanni Pallanti a fatti e avvenimenti "consegnati alla storia" alla ricerca di una verità troppo spesso falsificata dai testi ufficiali, ubbidienti a ideologie o "sistemi" ammantati dall'autorità accademica. Con slancio spesso polemico accompagnato sempre da non comune onestà intellettuale, l'autore si batte contro certi luoghi comuni divulgati specie dalla visione marxista del materialismo storico, egemone nelle nostre università per mezzo secolo, la cui pretesa "scientificità" è ancora dura a morire. Applicando con coerenza quanto scrive nell'introduzione e cioè: "mi sono convinto attraverso gli studi che la storia può essere interpretata in tanti modi. Una vulgata ricorrente racconta che essa viene scritta dai vincitori di turno. Vero fino a un certo punto. Le vicende del passato invece prima o poi, studiando e ristudiando, si chiariscono e ci si avvicina alla verità.